Il complesso di Sant'Ambrogio rappresenta nel suo sovrapporsi di stili ed influenze uno straordinario excursus dell'arte del medioevo. Dalla sua origine ed edificazione voluta e consacrata da Ambrogio nel 386, alle varie stratificazioni come il sacello di San Vittore in Ciel d'Oro, straordinario esempio di decorazione musiva del V secolo, al Sarcofago di Stilicone, superbo esempio di arte tardottoniana, fino all'esterno, severo ma armonico atrio di Ansperto. Il centro fisico e spirituale della basilica è, tuttavia, l'altare d'oro, donato dall'arcivescovo Angilberto II (824-859), capolavoro assoluto dell'oreficeria tardocarolingia. Eseguito con la tecnica dello sbalzo, impreziosito da bordure di smalti, perle e pietre preziose, è opera del magister faber Vuolvinio, autore della parte argentea, quella verso l'abside, artisticamente più felice per il modellato fluente.