Palazzi e case nobiliari. Il Settecento a Cremona

  • Autore di Lidia Azzolini
  • Dimensioni 24x30,5 cm
  • Pagine 144
  • Illustrazioni 50 a colori, 90 in b/n
  • Lingua Italiano
  • Anno 2000
  • ISBN 9788882151751
  • Prezzo € 33,57  € 31,89
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Contenuti

La crisi economica e sociale che toccò tutta la Lombardia nel corso del Seicento - accompagnata da tragici eventi che prostrarono la popolazione, quali la grave pestilenza del 1630 - non risparmiò la città di Cremona, che perse, fra l'altro, parte della sua importanza, assumendo gradualmente un ruolo sempre più marginale. In questo contesto anche il dinamismo dei commerci e delle industrie manifatturiere venne lentamente riducendosi, e nobili e ricchi borghesi andarono attestandosi su posizioni di privilegio acquisite, limitando gli investimenti in attività fruttifere. In questo contesto anche l'edilizia privata non vede una stagione particolarmente favorevole; solo gli Ordini religiosi mantenevano una vitalità, evidente nella fioritura di chiese, di conventi, e di altre opere annesse alle finalità da loro perseguite, come testimoniato dal collegio dei Gesuiti, il più importante cantiere secentesco cremonese, per la cui progettazione venne chiamato Francesco Maria Ricchini (1628-29), uno dei più importanti architetti milanesi del secolo. La stagione di immobilità conosciuta dall'architettura cremonese avrà però termine negli ultimi decenni del secolo XVII, quando si avrà un certo risveglio, determinato dalle crescenti e rinnovate necessità della classe nobiliare, che, superati i momenti di crisi, richiederà luoghi e spazi adatti per celebrare i propri fasti. Si diffondono così case e palazzi improntate ad una nobile eleganza esterna, con spazi interni concepiti in base a un particolare gusto per la decorazione a stucchi e ad affreschi. Attraverso la presentazione dei palazzi e delle case nobiliari secentesche e settecentesche della città, i due volumi percorrono un particolare momento dell'architettura cremonese, fra età barocca e neoclassica, in cui una nuova aristocrazia si afferma e tende a una qualificazione culturale e sociale anche attraverso la committenza di edifici civili.