Il volume intende raccontare, attraverso un excursus tra i maggiori pittori lombardi e ticinesi ottocenteschi, la trasformazione del paesaggio rurale e urbano tra il 1830 e il 1915. Una novantina di opere, infatti, tratteggiano l’evoluzione del paesaggio di quell’epoca, considerandone anche le ricadute sociali.
Da suggestioni di epoca romantica, che riflettono ambienti cittadini, come quello di Milano e di Lugano, tipicamente ottocenteschi e già in rapido mutamento, si passa a visioni realistiche della città moderna, colta nei suoi aspetti più emblematici e, a volte, più crudeli. Se da una parte il progresso ha portato la ferrovia, l’industria e nuovi momenti ricreativi, rappresentati con maestria da artisti del calibro di Filippo Carcano e Mosè Bianchi, dall’altra ha portato o acuito problemi sociali, anch’essi tratteggiati da pittori che si fanno portavoce del loro tempo, come Angelo
Morbelli.
A mutare non è solo il paesaggio, ma anche la tecnica pittorica, che da influssi scapigliati tocca punte veriste, per arrivare al divisionismo di Segantini e Pellizza da Volpedo o al primo futurismo di Boccioni, in grado di far percepire l’atmosfera del tempo. Il volume è completato da apparati bibliografici.
Saggi: Giovanni Anzani, Matteo Bianchi, Elisabetta Chiodini, Michele Fazioli
Rancate (Mendrisio), Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, ottobre 2013 - gennaio 2014